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Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)

C3

Versetti della seconda lettera a Timoteo in cui il nome “Geova” è presente ma non all’interno di citazioni dirette o indirette

2 TIMOTEO 1:18 “misericordia presso Geova”

Kingdom Interlinear: “misericordia accanto di Signore”

RAGIONI PER IL RIPRISTINO DEL NOME DIVINO: In 2 Timoteo 1:18 il termine greco per “Signore” (Kỳrios) compare due volte. La prima volta è preceduto dall’articolo determinativo ed è reso “il Signore”. (Vedi approfondimento a 2 Timoteo 1:18.) La seconda volta, invece, davanti a Kỳrios non compare l’articolo determinativo laddove invece la grammatica greca lo richiederebbe. In pratica il termine è stato usato come se fosse un nome proprio; la mancanza dell’articolo perciò sembra dimostrare che in origine nel testo greco ci fosse appunto un nome proprio. Molti studiosi convengono che l’assenza dell’articolo indichi che in questa seconda occorrenza Kỳrios equivale al nome divino.

RISCONTRI:

  • “The Pastoral Epistles”, a cura di E. F. Scott, in The Moffatt New Testament Commentary, a cura di James Moffatt, Harper and Brothers Publishers, NY, p. 99. A proposito delle due occorrenze di “Signore” in 2 Timoteo 1:18, questo commentario dice: “Qui il sostantivo Signore può essere applicato prima a Cristo e poi a Dio; ma è più probabile che la richiesta sia rivolta in entrambi i casi a Dio”.

  • A Greek-English Lexicon of the New Testament and Other Early Christian Literature, ed. curata e riveduta da F. W. Danker, 3ª ed., The University of Chicago Press, Chicago, IL, 2000, pp. 576-577. Questo lessico elenca 2 Timoteo 1:18 sotto il lemma “signore” inteso come “appellativo di Dio”.

  • ספרי הברית החדשה, a cura di Franz Delitzsch, 11ª e ultima ed., Società Biblica Britannica e Forestiera, Lipsia, Germania, 1892. Questa traduzione in ebraico delle Scritture Greche Cristiane, realizzata dal biblista Franz Delitzsch, usa il Tetragramma nel testo principale del versetto in esame.

TESTI A SOSTEGNO: J7, 8, 14, 16-18, 22-24, 32, 41, 65, 94-96, 101, 106, 115, 117, 138, 144, 145, 147, 163, 310, 322-324

2 TIMOTEO 2:19b “invoca il nome di Geova”

Kingdom Interlinear: “invocante il nome di Signore”

RAGIONI PER IL RIPRISTINO DEL NOME DIVINO: Lo stile dell’affermazione di Paolo “chiunque invoca il nome di Geova rinunci all’ingiustizia” fa pensare che sia una citazione delle Scritture Ebraiche. Comunque nelle Scritture Ebraiche non c’è una frase che le corrisponda esattamente. (Vedi approfondimento a 2 Timoteo 2:19.) L’espressione “invoca il nome di Geova” sembra alludere a Isaia 26:13 secondo la versione della Settanta. Il testo ebraico originale si riferisce chiaramente al nome divino. Gli studiosi hanno suggerito altri versetti da cui queste parole potrebbero essere state prese, per esempio Levitico 24:16 secondo la versione della Settanta. Per di più alcuni biblisti hanno notato che questa espressione assomiglia a quella che è riportata in Gioele 2:32 (“chiunque invocherà il nome di Geova”) e che è citata in Atti 2:21 e Romani 10:13. (Vedi approfondimenti ad Atti 2:21; Romani 10:13.) Inoltre davanti alla parola Kỳrios (“Signore”) non compare l’articolo determinativo laddove invece la grammatica greca lo richiederebbe. In pratica il termine è stato usato come se fosse un nome proprio; la mancanza dell’articolo perciò sembra dimostrare che in origine nel testo greco ci fosse appunto un nome proprio.

RISCONTRI:

  • Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, a cura di H. Balz e G. Schneider, ed. italiana a cura di O. Soffritti, Paideia, Brescia, 1998, vol. 2, col. 133. Quest’opera di consultazione elenca 2 Timoteo 2:19b tra i versetti in cui Kỳrios è uno dei modi in cui “Jahvé/Dio è designato”.

  • A Handbook on Paul’s Letters to Timothy and to Titus, a cura di Daniel C. Arichea e Howard A. Hatton, United Bible Societies, New York, NY, 1995, p. 211. “Il termine Signore sembra essere ambiguo [nel senso che ammette due interpretazioni], ma dal momento che entrambe le citazioni vengono fatte risalire all’Antico Testamento, il termine Signore si riferisce ovviamente a Dio. [...] Una delle due (quella che contiene il nome del Signore) è un richiamo a Lev[itico] 24:16”.

TESTI A SOSTEGNO: J17, 18, 22-24, 28, 29, 33-35, 41, 46, 51, 65, 90, 93-96, 100, 101, 122, 133, 145, 147, 154, 310, 322

2 TIMOTEO 4:14 “Geova lo ripagherà secondo le sue azioni”

Kingdom Interlinear: “ridarà a lui il Signore secondo le opere di lui”

RAGIONI PER IL RIPRISTINO DEL NOME DIVINO: Quello di Paolo è un richiamo a diversi versetti delle Scritture Ebraiche che si riferiscono a Geova Dio come a colui che ripaga gli esseri umani in base alle loro azioni, buone o cattive che siano. Un esempio è Salmo 62:12, dove il salmista dice: “O Geova, [...] tu ripaghi ciascuno secondo le sue azioni”. (Vedi anche Salmo 28:1, 4; Proverbi 24:12; Lamentazioni 3:64.) Paolo fa un’affermazione simile in Romani 2:6, dove riguardo a Dio dice: “Egli ripagherà ciascuno secondo le sue opere”. E in Romani 12:19, citando le parole di Geova riportate in Deuteronomio 32:35, scrive: “La vendetta è mia; io ripagherò”. Anche se qui in greco davanti al termine per “Signore” compare l’articolo determinativo, il forte richiamo alle Scritture Ebraiche supporta la scelta di usare il nome divino nel testo principale. Inoltre un dizionario biblico indica che in 2 Timoteo 4:14 il verbo greco qui reso “ripagherà” ha come soggetto Dio, proprio come in Matteo 6:4, 6, 18 e Romani 2:6. (Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, a cura di H. Balz e G. Schneider, ed. italiana a cura di O. Soffritti, Paideia, Brescia, 1998, vol. 1, col. 341).

RISCONTRI:

  • “The Pastoral Epistles With Introduction and Notes”, a cura di J. H. Bernard, in Cambridge Greek Testament for Schools and College, a cura di J. Armitage Robinson, University Press, Cambridge, 1899, p. 147. Commentando il passo in esame, quest’opera afferma: “Si tratta di una frase incidentale che si rifà alle famose parole di Sal[mo 62:12] (cfr. anche Prov[erbi 24:12]), che in pratica significa: ‘A lui ci penserà Dio’”.

  • 1-2 Timothy & Titus, in The IVP New Testament Commentary Series, a cura di Philip H. Towner, 1994, p. 211. “Il Signore lo ripagherà secondo le sue azioni richiama quei passi dell’Antico Testamento contenenti la consolazione del giusto che soffre circondato dai malvagi che invece prosperano (Sal[mo] 28:4; 62:12; Prov[erbi] 24:12; Rom[ani] 12:17-21). A prescindere da quello che i suoi nemici possano fare per ostacolare il vangelo o per farci del male, è Dio ad avere l’ultima parola. La paura non deve immobilizzarci”.

TESTI A SOSTEGNO: J7, 8, 16-18, 22, 23, 32, 41, 65, 95, 100, 101, 106, 115, 146, 236, 310, 322-324